Di colpo, leggendo una poesia di Grace Paley, mi sono ricordata questa cosa.
(Grace Paley era una vecchia signora quando scriveva queste poesie e non mi meraviglio che parlino troppo spesso di morte e di persone che non ci sono più).
Dunque mi sono ricordata questa cosa. Era un pomeriggio freddo come questo, ma più grigio perchè era Milano.
Ero alla fermata del 24, appena uscita da lavoro e mi chiedevo, guardando i binari del tram, che cosa mi ricordassero quei binari, e la risposta era niente. Perchè a Napoli non ce ne sono più di tram e tutto quello che suscita un ricordo suscitava un ricordo di Napoli.
E allora ho pensato di chiamare mia madre, le ho telefonato, ma lei non rispondeva, e subito il pensiero è andato all'altro numero di telefono, quello che non è di mia madre, ma del mio altro genitore, e prima che mi rendessi conto che non potevo chiamare, perchè era morto, ho provato il tenero fastidio del rimprovero che mi faceva sempre mio padre: che se telefonavo a lui era perchè non avevo trovato mia madre.
Era spesso vero. Ma mi ricordo di quella volta che lo chiamai solo per parlare con lui, e ne rimase così sorpreso. Restammo poco al telefono. Perchè lui, comunque, non aveva molto da dirmi.