venerdì 22 luglio 2011

non torno a casa stasera

E allora diciamo che non ho domande da porre. A nessuno.
Diciamo che non ho da chiedere niente e che - come è vero - nessuno mi chiede niente.
Diciamo che una donna tradisce il suo uomo e che questi non gli dice nulla. diciamo che lei gli dice pure che lui è un pazzo e che è per colpa sua che si sono, infine, lasciati. Diciamo che lei si terrà il bambino, la casa, la ragione, e che lui dovrà prendere una stanza in affitto in un posto nè troppo vicino nè troppo lontano da lei.
Diciamo pure che non so perchè a tutti è concesso di mentire e rubare e falsificare e che tra la mia parola e la loro è la seconda che manda avanti le cose.

martedì 19 luglio 2011

ce la fanno

Vedo cortili con i glicini rampicanti dove ragazze scalze tengono in mano cani di loro proprietà. E piante, molte piante. Che hanno tutte una bella storia. Un nespolo che è alto quanto il nipote più piccolo, un ibiscus che la nonna ha rubato di ritorno da una vacanza a Capalbio, le rose del padre, ancora vivo.
Vedo un lui assente da questi terrazzi, ma presente nello sguardo di queste ragazze. Queste ragazze sanno che lui c'è, non stanno aspettando, non ce ne è bisogno. lui c'è e basta. E sono magre e incantate, hanno studiato su solidi libri di tedesco, hanno viaggiato con zaini leggeri e con scarpe basse. Hanno passato tanto tempo in aeroporto senza paura e si sono costruite una posizione con fatica, ma non con difficoltà. Hanno sofferto per quegli amorazzi estivi, per il ragazzo che ha spezzato loro il cuore quando ancora i cuori venivano spezzati. adesso hanno libri e penne e un ricordo tenero di quello stesso ragazzo che le ha fatte soffrire e che hanno lasciato ormai un secolo fa. Hanno deciso che è arrivato il momento. Hanno regalato al loro uomo una camicia di lino azzurra che a lui non piace per forza, ma che indossa con una tenera infelicità fluttuante sul volto abbronzato. Questi uomini sono allo stesso tempo felici di indossare un indumento che a loro non piace affatto, per il solo fatto che a regalarlo è stata lei. col suo gusto sempre preciso, ma a volte eccessivo, provocatorio. Il lino è a volte provocatorio. Queste ragazze amano toccare il lino più sul corpo dei loro uomini che sul loro stesso corpo. e poi sono sicure, nelle foto guardano dritte davanti a loro e se non lo fanno il naso non sembra cambiare il volto. hanno tavolini di vimini - su quello stesso terrazzo - e sono state felici di giocare a scala quaranta nelle estati della loro adolescenza con le loro zie dinamiche, con i loro cuginetti che non conoscevano le regole. ora, serie, sono su quello stesso terrazzo come adulte e si comportano come tali. innaffiano loro le piante che una volta sembravano già annaffiate, sempre. chiudono loro le finestre, le tapparelle. spazzano in terra - se non c'è una donna che lo fa al posto loro - e se c'è controllano che sia fatto bene. sono andate via di casa e ci ritornano solo dopo, solo qualche volta al mese, se possono.

giovedì 14 luglio 2011

una volta o due, la mattina


Oggi ascoltavo in metro due ragazze parlare. Non era importante quello che dicevano, ma lo dicevano così bene e non c'era nel loro tono di voce nulla che mi facesse pensare alla preoccupazione o a una tensione di qualsiasi tipo. Quella conversazione - di cui appunto non ricordo una parola - mi ha calmato e mi ha fatto sentire una profonda nostalgia. Ho pensato qualche volta nella mia vita adulta come sarebbe stato se fossi stata un'adolescente senza un problema al mondo.
Una coi capelli sottili, le gambe altrettanto sottili, ma un petto robusto, pieno e sano. Ho pensato alla leggerezza e il senso di vuoto, la preoccupazione per le cose futili. Non mi sono accorta che invece ho sognato per tutta la vita di essere una persona che i problemi li risolve, non che non li ha.