lunedì 20 dicembre 2010

Disciplina

La disciplina è davvero importante. E ho capito perchè.
Perchè ogni disciplina non tiene conto dell'imprevisto, della casualità, della precarietà. Ogni disciplina si nutre di certezze, di decisioni precise. Di senso.
E' questo che manca a chi non ha disciplina: il senso di un'attesa sempre uguale, sicura, ovvia e scontata, che però non ti viene mai a noia.
La disciplina è una promessa che fai a te stesso, un appuntamento. E se non vai nemmeno a un appuntamento con te stesso, cosa potranno mai aspettarsi gli altri?

venerdì 17 dicembre 2010

tutti i figli di dio danzano


C'è stato quel viaggio, indietro non sarei più tornata. In treno per non pensare e per non parlare a nessuno mi sono messa a leggere Tutti i figli di dio danzano. E' stato tremendo. Sapevo ancora leggere. Era il 25 di febbraio e non sarei più tornata indietro. Fuori il vento faceva paura, andava veloce come il treno e il cielo era di un grigio cupo, uniforme. Il libro era verde e dentro era freddo e non sapevo perché A. me lo avesse consigliato proprio allora e perchè io lo avessi scelto. Lo sapevo perchè, perchè Murakami mi piace, perchè mi pulisce la mente come uno spazzaneve e poi non resta più niente. Ne ho letto abbastanza, forse non quanto avrei potuto, e quando smettevo di leggere non sapevo a cosa aggrapparmi e mi sentivo che sarei sprofondata e caduta sulle rotaie. Si parlava di un vaso con le ceneri di uno e questo vaso fa un viaggio e si finisce sempre in qualche camera d'albergo con Murakami. E il vaso va a finire in questo albergo e nella stanza ci sono due persone e una di queste fa un bagno. Qualcuno fa sempre il bagno nei libri di Murakami. Ho continuato a leggere. Il viaggio è passato in fretta e il libro l'ho riaperto con sospetto più avanti. Non era colpa del libro, non lo è mai.

giovedì 9 dicembre 2010

azzurro

Ti ricordi una camicia azzurra? A me non sembra che tu l'abbia mai avuta così azzurra. eppure ieri sera non mi sembrava di vedere che quell'azzurro. forse era perchè mi ricordavo degli occhi che avevi e tutto è diventato azzurro. eravamo nella casa al Vomero. ti ricordi? tu si, io ero bambina e sicuramente i ricordi si mescolano con qualcosa che non è mai esistito. però mi ricordo della tua risata. ti ricordi quando qualcuno ti faceva ridere tanto, le lacrime, quelle brillanti, ti scendevano giù dagli occhi. sfilavi il fazzoletto di stoffa dalla tasca e, senza aprirlo, te lo strofinavi sulle ciglia corte e bionde. sbattevi il pugno sul tavolo e ridevi. era bello sentire ridere così perchè non ridevi spesso e quella risata era così grande, così piena che ripagava di tutte le risate che non avevi avuto. mi piaceva vederti ridere così. era una soddisfazione. anche se non ero io a farti ridere. era in un giorno di compleanno, magari non tuo. e c'era E. oppure C. e tu ridevi. e a me ieri sera veniva in mente soprattutto quell'azzurro. e quell'azzurro mi straziava, non so perchè.